Quando parliamo di maltrattamento, pensiamo sempre a cani picchiati, in condizioni igieniche o di detenzione non corrette, oppure pensiamo a cani sporchi, randagi e situazioni simili.
In realtà ci sono svariate forme di matrattamento ed alcune sono difficilmente individuabili, ma lasciano sul cane segni indelebili e problematiche che richiedono parecchio lavoro per essere risolte.
Questa è la storia di Camilla, un cane che in teoria aveva tutto, ma che in realtà era un caso di maltrattamento.
Nel riquadro le parole della famiglia che ora se ne sta prendendo cura.
Ciao, ecco la nostra storia. Abbiamo adottato un boule dogue francese femmina di un anno e mezzo perché ha morso tre volte il bimbo di 7 anni dei padroni. Io svolgo servizi di pulizia presso quella famiglia una volta alla settimana e ho conosciuto il cane fin da piccolo. Avevo notato con dispiacere che stava molte ore da solo, uscivano il padre, la madre e i due figli, maschio di 7 anni e femmina di 9, la mattina per il lavoro e la scuola, e rientravano la sera. A volte la mamma non tornava neanche per pranzo per andare a trovare la mamma e la nonna. La cosa mi faceva dispiacere e cosi dedicavo un po’ di tempo al cane, portandolo a fare un giretto e due coccole anche se non mi era richiesto e non venivo retribuita per questo. In estate sono andati al mare e mi hanno chiesto di andare due volte al giorno per 4 giorni a darle da mangiare e farle fare i bisogni. Ero arrabbiata perché non l’avevano presa con loro e ho deciso, senza farmi pagare, solo per amore del cane, di andarci 4 volte al giorno, facendo anche una passeggiata lunga e giochi e coccole. Avevo notato che camminava in modo strano, un po’ gobbetta e con la testa ciondoloni e dato che i vicini in quei giorni mi hanno detto che non l’avevano mai vista fuori cosi tanto, ho capito che non sapeva camminare. Cosi quando mi hanno offerto di prenderla per l’incidente che ho menzionato all’inizio, ho pensato che il cane si fosse stufato di stare da solo e che il bimbo avesse giocato in maniera un po’ violenta. Dopo essermi consultata in famiglia, dato che sono passati diversi anni dalla morte del nostro ultimo cane, abbiamo in cura la vecchia cagnolina di mia suocera e un gatto, abbiamo pensato di adottare questo nuovo cane che con me era sempre stato buonissimo. Ha trascorso comunque un mese a casa della nonna che non si decideva se tenerlo lei o meno, ma visto che ha sempre i bambini dopo la scuola, la paura che mordesse di nuovo il bimbo l’ha fatta decidere di darcelo. Premetto che è un cane che non fa danni, non abbaia quando è da solo ed è bravo in macchina. In più da me si fa fare tutto e pensavo che l’inserimento nella nostra casa sarebbe stato facile. Invece quasi da subito si è dimostrato aggressivo,soprattutto con mio marito e mio figlio. In più veniva sotto la tavola quando mangiavamo, stava in mezzo ai piedi in cucina quando preparavo i pasti e si avventava sulla ciotola. In particolare la sera scattava come un interruttore e cominciava a saltare sul divano scrollando i suoi pupazzi. A niente serviva sgridarla, anzi, si aizzava. Abbiamo pensato che ci volesse un po’ di tempo e pazienza per adattarsi ad una nuova vita , ma dopo quasi tre mesi le cose peggioravano. Aveva improvvisi cambi di umore, se qualcuno gli stava vicino ringhiava e cercava di mordere. Mio figlio non riusciva a darle da mangiare perché scattava nel vederlo con la sua ciotola in mano. Sul divano bisognava stare attenti a come ci si muoveva perché si rivoltava. Ho cominciato a guardare qualcosa su internet e ho scoperto che il boule dogue francese non è così docile, è un cane testardo e da combattimento perciò, provando una continua ansia, ho deciso di farmi aiutare da un esperto. Le è stato messo un guinzaglio attaccato al collare (cosa che non aveva mai portato) e ha cominciato a rotolarsi e a strillare. Poi è iniziato un periodo di reset, togliendo giochi, allontanandola dalla cucina e dal divano. Le è stato insegnato ad aspettare il comando per mangiare, il ‘seduto’, il ‘cuccia’, il ‘vieni’. Le passeggiate all’inizio sono state faticose, con un guinzaglio attaccato al collare e uno alla pettorina perché si rotolava per terra, non annusava e non faceva i bisogni. Ad un mese di distanza il cane è trasformato, non ha picchi di iperattività, ubbidisce ai principali comandi anche se non a tutti i componenti della famiglia ma i ranghi non sono ancora completamente a posto. Siamo fiduciosi che con un po’ di tempo tutto andrà a posto. Intanto abbiamo imparato a gestire le situazioni che possono portare ad una reazione aggressiva, non abbiamo paura del nostro cane, non siamo in tensione quando riceviamo persone a casa. Speriamo di essere stati di aiuto col nostro racconto. |
Questa è la descrizione degli attuali proprietari di Camilla.
Quando mi hanno chiamato per la prima volta, dalla loro descrizione, mi aspettavo un cane che avesse sviluppato un po' di aggressività, ma semplicemente come conseguenza di una errata o assente gestione ( in pratica un cane viziato ).
Poichè la distanza era tanta, ho optato per un pomeriggio di full-immersion, in modo da valutare bene Camilla e dare loro tutte le conoscenze ed i mezzi per poter arrivare ad una soluzione positiva e quindi aiutare Camilla.
Quando ho visto Camilla, mi sono reso conto che era una cagnolina che nei primissimi mesi non aveva avuto quasi nessuna interazione, che non era mai uscita di casa e che non aveva avuto assolutamente la possibilità di avere un corretto processo di omeostasi (omeostasi = in parole semplici è l'abituarsi agli stimoli normali della vita normale ).
Inoltre la poca interazione con l'umano la aveva portata a sviluppare meccanismi funzionali di aggressivita come reazione allo stress ( e ricordiamo che non avendo avuto un corretto processo di omeostasi, praticamente tutto le causava stress ).
Questo, anche se era un cane accudito, amato e coccolato è una forma di matrattamento: il cane se non aiutato non riuscirà a vivere le situazioni normali se non in uno stato perenne di ansia e stress.
Questo è il video della mia prima interazione con Camilla: era terrorizzata da tutto, non riusciva nemmeno a camminare con un collare, e come tutti i boule dogue, era assai combattiva ed una volta capito che non poteva "vincere"con me usando l'attacco, faceva resistenza passiva, tanto che ho dovuto usare il doppio gunzaglio per obbigarla a seguirmi e farle imparare che "si poteva" andare al guinzaglio.
Questa è Camilla in passeggiata dopo alcuni giorni ( una settimana ) di lavoro fatti dai proprietari.
Ogni tanto si bloccava, ma seguendo le mie istruzioni poi iniziava a passeggiare serena curiose e non più impaurita.
Inizio Passeggiata:
Dopo meno di un minuto, seguendo le istruzioni
Un cane in situazioni normali sarebbe riuscito a risolvere il problema in un giorno, ma a Camilla mancavano tutte le conoscenze per gestire situazioni nuove ed una passeggiata fuori serena seguendo il padrone senza trovarsi a dover decidere lei perchè lasciata sola era una cosa nuova e difficilissima.
Ora camilla è così
Camilla inoltre mostrava una forte possessività ed aveva imparato a risolvere i conflitti solo mediante l'aggressività, cioè attaccando, ma seguendo le mie indicazioni e con l'impegno costante da parte dei suoi padroni, ha imparato a gestire la possessività sul cibo, a rispettare le risorse e soprattutto quale era il suo posto in famiglia, cioè non quello di un capo, ma di una compagna di vita serena e collaborativa.
Ecco Camilla sulla risorsa cibo prima e dopo.
e dopo alcuni giorni di lavoro
ora sono passati 4 mesi e Camilla è una cagnolina felice, che fa il cane, che sta facendo molte esperienze e che sa che seguendo i suoi padroni sarà sicura e non dovrà preoccuparsi di nulla.
Anche le storie brutte finiscono bene!!
Camilla è fortunata, ha una famiglia che la adora e fa il cane.
E anche i ringraziamenti mi fanno piacere.